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Daje

02/12/2012

E’ impressionante come alla fine, per una ragione o per l’altra, si torni sempre lì: che si tratti della bicamerale o delle regole delle primarie, che a gridare contro gli apparati siano i girotondi di Nanni Moretti o i sostenitori di Matteo Renzi, che il capo d’accusa sia l’accordo con Badoglio e il Re, con Aldo Moro o con Pier Ferdinando Casini. La musica è sempre quella, ma le parole più giuste, almeno per oggi, penso siano quelle di un famoso Anonimo romano degli anni Settanta – comunista berlingueriano, strenuo difensore del compromesso storico – cariche di tutta la loro antica saggezza.

Chi la vo’ cruda, ‘mbè, chi la vo’ cotta,
tutti però a volemme sur carvario
p’isolamme e potemme da’ ‘na botta.

Finché ho sbottato e a ‘sto catilinario
j’ho fatto: “Però er mio, porca mignotta,
è un compromesso rivoluzzionario”.

3 commenti leave one →
    • francesco cundari permalink
      03/12/2012 01:03

      è il materialismo dialettico

  1. 02/01/2013 18:04

    L’anonimo era Maurizio Ferrara, passato da poco – così mi pare di ricordare – dal Consiglio regionale del Lazio di cui era stato Presidente, al Senato. Era il simpatico padre di Giuliano Ferrara. Quando ero al “la Discussione”, lo incontravo a piazza Navona e parlavamo amabilmente. Pio Cerocchi

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