Il problema dei reduci
Le ideologie totalitarie del Ventesimo secolo, fornendo a tante menti semplici un campionario di formule dogmatiche e manichee buone per tutte le occorrenze, hanno prodotto un gran numero di violenti ignoranti e diversi raffinati assassini. L’ideologia liberista ha fatto certamente meno danni, ma la sua presunzione di rappresentare l’unica obiettiva verità scientifica, con la pervasività delle sue molteplici formulette, insegnate in tutti i corsi e diffuse da tutti i manuali di economia con dogmatismo non inferiore a quello delle scuole quadri sovietiche, e di qui rapidamente tracimate in ogni altro campo del sapere e su tutti i mezzi di comunicazione, temo abbia prodotto un’intera generazione di competenti imbecilli. Letteralmente incapaci d’intendere o esprimere alcun concetto che non sia già compreso nel piccolo catechismo da loro imparato a memoria. Arroganti, aggressivi e assolutamente impermeabili a qualsiasi stimolo esterno. In un certo senso, le prime vittime della crisi economica sono proprio loro, simili a reduci e sbandati della Grande guerra, tornati dal fronte con l’occhio vitreo, il fucile carico e drammatiche difficoltà di adattamento alla vita civile. Mi domando se non sarebbe opportuno, a questo punto, pensare a programmi mirati per il loro reinserimento nella società, a tutela della democrazia e della convivenza civile.
Una proposta interessante per un problema sociale drammatico ma temo che i reduci siano pregiudizialmente contrari a ogni programma di welfare, compresi quelli di cui hanno urgente bisogno……
sono sicuro che con gli opportuni incentivi economici farebbero volentieri un’eccezione. come sempre.
Scusami, ma come si può dire che l’ideologia del liberismo è quella che ha fatto meno danni?
I paesi liberisti e capitalisti hanno appoggiato praticamente tutte le dittature del dopoguerra (America latina, Africa…),contribuendo a creare quel divario tra nord e sud del mondo che vediamo oggi.
E proprio oggi che l’assenza di regole nel mercato la subiamo in maniera così forte, oggi che la pagano pure i paesi che prima ci lucravano, anche in quelle classi sociali che prima non ne subivano lo sfruttamento, come si fa a sostenere questo?…
Anzi, proprio la conclusione a cui si giunge in questo articolo mi fa pensare che l’ideologia liberista non è stata migliore delle altre, visto che in alcune di queste, seppur traviate e andate a finire male, almeno c’era un’idea di giustizia sociale…
la differenza sta nel fatto che in nome dell’ideologia liberista nessuno ha mai pensato di costruire campi di prigionia e di sterminio, gulag e cose del genere. e non mi pare una differenza da poco
ci penserà la mano invisibile del mercato
credo sia più o meno quello che mi chiedevo anch’io con questo video…
http://riciardengo.blogspot.com/2010/07/la-notte-che-le-pantere-ci-mordevano-il.html
ma ‘ste fabbriche di Nichi ? Vabbè che in italia lo sport nazionale è la megalomania, ma se 345 ‘fabbriche di nichi’ (franchising ?) radunano 2.000 addetti, siamo sicuri che 6 addetti scarsi per ‘fabbrica’ rappresenti lo stato dell’arte ? Chessò: “le botteghe di nichi”.