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Mettiamoci il dito

30/04/2009

Veronica Berlusconi è un personaggio pubblico, che ha scelto di rilasciare pubbliche dichiarazioni a un’agenzia di stampa, per affrontare un tema strettamente politico (cioè pubblico) come la selezione delle candidature all’interno del principale partito di governo. Le sue affermazioni si possono dunque pubblicamente approvare o criticare. Ma sostenere che si tratti di questioni private in cui non bisognerebbe immischiarsi sarebbe, questa sì, una mancanza di rispetto, quasi che la moglie del presidente del Consiglio non fosse in grado di valutare da sé come e quando intervenire, o addirittura – e peggio – non ne avesse il diritto.
“Ciarpame senza pudore” è senza dubbio un’espressione forte, riferita peraltro a liste elettorali che martedì sera non erano ancora ufficiali, e che dal Pdl assicurano essere ben diverse da quelle anticipate sulla stampa. Il tema della selezione dei gruppi dirigenti resta però ugualmente attuale e degno di essere discusso, come attuale e di rilevante interesse pubblico è il tema della legge elettorale nazionale (con liste bloccate) e del referendum (che di quella legge aggraverebbe tutti i difetti). E’ la questione centrale della democrazia: chi e come seleziona i gruppi dirigenti. Un filo comune conduce infatti dai partiti personali alle liste bloccate, dalle liste bloccate alle candidature improbabili, a un Parlamento muto, a una democrazia bloccata. Bloccata in uno scontro tra due leader indiscussi e indiscutibili – quando ce ne siano almeno due – a capo di due partiti-coalizione tenuti insieme esclusivamente da loro, e dove pertanto potrebbero fare più o meno quello che preferiscono. Con il comprensibile desiderio di trasferire questo modello alle istituzioni: il governo – o meglio, il capo del governo – a decidere, e il Parlamento, composto a quel punto pressoché interamente di vallette e valletti da lui personalmente nominati, a ratificare senza tante storie (proprio come i loro partiti).
E’ uno spettacolo che in buona parte si è già svolto sotto i nostri occhi. Il problema non è dunque la valletta che passi direttamente dagli studi televisivi alle aule del Parlamento, ma il crescente numero di servizievoli valletti che già circondano il capo, in tutti i partiti e in tutti i gruppi parlamentari. Questo è oggi il vero problema democratico. Non se un deputato o un ministro, prima di essere eletto, facesse la velina. Ma che lo faccia dopo. (il Foglio, 30 aprile 2009)

5 commenti leave one →
  1. 30/04/2009 15:15

    Un po’ sì e un po’ no, secondo me. Cioè, vero che il velinismo di ritorno è peggio del velinismo di partenza, non ho dubbi. Ma anche su quello di partenza io nutro mille perplessità. Perché il punto di partenza è anche una scelta, una cultura che ti porti dietro quando entri in Parlamento o in un qualsiasi luogo decisionale. Ed è un tipo di cultura che io, per esempio, non condivido, che non mi piace. Per questo non li voto. E non li voterei nemmeno in altre liste. (Certo, se mi permettessero di esprimere una preferenza ogni tanto sarebbe meglio, che almeno potrei esplicitarla davvero questa idea, nella cabina elettorale e non solo in due righe di commento).

  2. 05/05/2009 23:45

    Io trovo il contenuto dell’articolo anche ragionevole, sensato. Il mio problema è che dissento sulla premessa che è il fondamento di tutto. Per me Veronica Lario non è un personaggio pubblico, non lo è mai stata.
    Cosa la fa diventare personaggio pubblico, l’apprezzamento peloso di Franceschini? Oltretutto qui non si tratta neanche di pubblico o privato, ma di rilevante (per il cittadino) o meno e la scelta mi sembra obbligata.

    La signora Berlusconi non si è mai occupata di cose pubbliche, non ha ricoperto incarichi, non ha mai rilasciato una, che fosse una, dichiarazione su qualsiasi argomento di interesse pubblico. Non vedo alcuna differenza tra lei e la invisibile moglie di Andreotti. Quindi di che parliamo? Della piazzata da lavandaia sui giornali, che le è consentita solo perchè “moglie di…”?

    E anche a voler ascoltare quel lamento, qual’è l’interesse pubblico del contenuto? Tolta la comprensibile e ovvia pruderie, per me cittadino e contribuente quale provvedimento ha sofferto di questa situazione? Quale importante passo del governo ha incespicato? Quale governo straniero ha richiamato l’ambasciatore?

    Cundari…..da’ retta, detto con stima e simpatia, lascia stare Franceschini e vai per la tua strada, che la sua ti manda a sbattere.

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